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verdeto
Inserito il 27 ottobre 2009 alle 10:39:00 da angelipc. IT - www.santiangelicustodi.com

Calendario Sante Messe a VERDETO (Agazzano)

http://www.anticapievediverdeto.it

Domenica 25 Settembre ore 17,00...

...segue "Polenta di fine estate..." su prenotazione al 0523480298 

Domenica 9 Ottobre ore 16,00

Domenica 23 Ottobre ore 16,00

Martedì 1 Novembre ore 15,30 - Cimitero

Domenica 13 Novembre ore 16,00

Domenica 27 Novembre ore 16,00



Si tratta di una Chiesa risalente all'epoca romanico-gotica. Le prime notizie della sua arcipretura sono dei 1123, ma la sua fondazione è molto più antica, senz'altro antecedente l'anno mille.

Nel 1123 il Vescovo Arduino ne aveva fatto dono alla Cattedrale di Piacenza. Successivamente, ossia il 15 luglio 1132, un atto dei Papa Innocenzo II° elenca tra i beni della Cattedrale otto Pievi e tra queste la Pieve di Verdeto con tutte le sue Cappelle, esentandola però dal versamento delle decime perchè le rendite della Pieve di Verdeto erano sin da allora assai modeste. Verso la metà del Settecento la chiesa venne completamente rimaneggiata. Venne inserito l'altare maggiore in marmo policromo e venne decorata tutta la copertura della volta e delle pareti dei presbiterio. Gli affreschi, di eccezionale fattura e qualità sono fatti risalire alla scuola dei Bibiena e costituiscono un esempio di decorazione prospettica veramente molto rara.

Don Pietro ha preso l'incarico di amministratore parrocchiale di Verdeto per impedire la dispersione di quanto resta del patrimonio della Pieve e garantire la conservazione di questo nucleo storico religioso paleocristiano, il punto esatto in cui s'insediò il cristianesimo nella zona di Agazzano, tra le prime di tutta la provincia.

sorge il sole sul campanile di Verdeto

 

La rinascita di Verdeto

Se una parrocchia cittadina “salva” un’antica pieve: la comunità dei Santi Angeli di Borgotrebbia mobilitata per la chiesa nelle vicinanze di Agazzano. La proposta: gemellaggi per salvaguardare il patrimonio artistico e pastorale delle chiese di campagna e di montagna

C’è malinconia e nostalgia nel sapere che una chiesa, una parrocchia, possa essere soppressa, chiusa al culto o aperta saltuariamente, magari per poche occasioni all’anno. Se poi quella chiesa ha una sua storia, una sua peculiarità, una bellezza che la rendono ancora più significativa all’interno della diocesi, allora il rammarico non può che aumentare. Eppure sono sempre più frequenti i casi in cui antichi edifici religiosi, come chiese, monasteri e santuari, sono venduti, trasformati e adibiti a scopi differenti rispetto a quelli religiosi. Certo, lo spopolamento delle zone di montagna ed il sempre minor numero di sacerdoti non rendono semplice la salvaguardia di questo patrimonio religioso, oltre che artistico e culturale. Tuttavia la volontà delle diocesi, dei sacerdoti e soprattutto dei fedeli dovrebbe andare nella direzione della conservazione anche di queste chiese che rischiano l’abbandono o un uso differente rispetto a quello per cui erano state fondate.

Da Camposanto Vecchio alla Valtidone

L’antica pieve di Verdeto, che sorge su una collina nei pressi di Agazzano,  a dominare splendidamente l’intera pianura, sembrava destinata ad un declino simile, almeno pastorale, tanto da parlare già della sua soppressione come parrocchia. Forse c’era già stato qualche sguardo interessato ad un investimento immobiliare. La sua sorte, però, ha avuto fortunatamente un “happy end”, un lieto fine, per alcuni inaspettato, per altri provvidenziale. La pieve, una delle più antiche testimonianze cristiane della diocesi di Piacenza - di origine anteriore al Mille, sebbene la prima testimonianza documentata sia del 1123 - si è salvata, infatti, grazie alle iniziative e al contributo della parrocchia dei Santi Angeli Custodi di Borgotrebbia a Piacenza, il cui parroco, don Pietro Cesena, è stato nominato nella primavera del 2009 amministratore parrocchiale proprio della chiesa agazzanese, intestata a San Tommaso Apostolo. “La prima volta che vidi questo luogo - racconta don Pietro - rimasi colpito dalla bellezza del posto, ma anche dal fatto che numerose chiese della Valluretta siano ormai chiuse al culto. Quando ho saputo che San Tommaso si era resa vacante e che probabilmente sarebbe stata ceduta a persone interessate all’immobile, sono riandato col pensiero a quanto era accaduto a suo tempo con la chiesa di Camposanto Vecchio, i cui edifici, per lungo tempo trascurati, furono preservati dal precedente parroco, permettendo il loro recupero in tempi successivi”. “Ora Camposanto Vecchio - continua don Cesena - ricopre un ruolo pastorale importante per la parrocchia di Borgotrebbia e così sarà anche per Verdeto, per la quale la comunità di Santi Angeli Custodi ha investito forze e risorse per recuperare alcuni fabbricati appartanenti alla pieve e già ora si dimostra un’esperienza valida e interessante”.

Oggi nella chiesa di Verdeto si celebra la messa domenicale secondo un calendario che viene comunicato sul sito www.santiangelicustodi.com

“La gente è molto legata alla propria chiesa”

Nonostante alcuni interventi siano già stati effettuati, parti dell’antica pieve necessitano infatti di altri urgenti interventi. In particolare si notano cedimenti strutturali nella canonica vecchia e in una cappellina; inoltre sono da sistemare l’antico teatrino ed il giardino. Per alcuni di questi lavori, si sta preparando la documentazione da presentare alla Sovrintendenza. “Ho trovato subito grande collaborazione e interesse - prosegue don Pietro - per tenere in vita questa parrocchia, soprattutto da parte degli abitanti della frazione, una settantina di parrocchiani, gente molto legata alla propria chiesa. “Inoltre, in una delle prime giornate trascorse là coi ragazzi, abbiamo trovato una lapide che ricorda come la chiesa sia stata edificata in onore della Beata Vergine Maria del Suffragio, alla quale, tra l’altro, è dedicata anche la chiesa del Camposanto Vecchio - racconta don Pietro -. Non poteva che voler dire che Maria desiderava il salvataggio della pieve. Certo, era inevitabile la diffidenza iniziale e qualche incomprensione, soprattutto con chi vedeva la pieve più come un luogo che come una comunità”.

Parrocchie in aiuto alle piccole comunità

Se Verdeto si è potuta salvare, non così presumibilmente potrà succedere ad altre chiese di campagna e montagna. Come si potrebbero salvare dal sempre più veloce abbandono? “Penso che tante parrocchie potrebbero aiutare le antiche chiese della nostra zona a sopravvivere, a conservare vivo il loro ruolo e il loro compito - aggiunge don Cesena -. Potrebbe essere un inizio per aiutare comunità piccole, ma desiderose di conservare la propria identità, collaborando a quella eterna riforma della Chiesa chiesta a San Francesco con quel «Vai e ricostruisci la mia Chiesa»”. Una proposta concreta ad un problema che per il momento rimane irrisolto. Ne va della presenza del cristianesimo stesso in zone a noi così vicine. La conservazione delle antiche pieve, delle chiese costruite per celebrare e non per essere solamente monumenti artistici, deve passare attraverso la comunità dei fedeli piacentini.  Si sa che le risorse non sono illimitate, ma non si può nemmeno lasciare che la presenza della Chiesa si assottigli sempre più man mano che ci si allontana dalla città. In fondo anche questa è Missione popolare.

Anna Valentini


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